Martin Walser
LA CAVALCATA DEL SANGUE – MUTTERSOHN

pp. 368 – € 25,00
ISBN: 978-88-7198-660-9


Fede e musica, soprattutto la musica corale, il canto come la più pura forza espressiva, sono le due potenze che fanno del romanzo una grande sinfonia in straziante diesis minore che esplode infine in un luminoso re maggiore. Su una società disperatamente malata s’irradia la luce messianica e mistica della Redenzione. « Ogni anno il giorno che segue l’Ascensione di Cristo, la reliquia viene mostrata e dedicata alla popolazione in uno spettacolo che è la cavalcata del sangue. Mille o duemila cavalieri, contadini di tutta la regione tra il Danubio e il Bodensee cavalcano in frac e cilindro dalle sette fino alle undici attraverso i villaggi e le campagne. Lo spettacolo risulta commovente e bello per i contadini che cavalcano. Nessuno dei vescovi, dei sacerdoti crede che il cristallo di rocca racchiuda una sola goccia del sangue di Cristo, anche se tutti agiscono come se ci credessero ». Il romanzo della società senza Padre ha come protagonista Percy Anton Schlugen, al tempo stesso un Parsifal e un Idiota del XXI secolo. La madre, Josefine, rivela di averlo generato senza il concorso di un padre. Quest’«angelo senz’ali», la figura messianico-mistica centrale del romanzo, tenta invano di adottare come padre le figure maschili che potrebbero appagarlo. Presta la sua opera come infermiere nell’ospedale psichiatrico regionale di Borgococcio, un vecchio convento medievale ristrutturato: i pazienti lo amano e desiderano sentirlo parlare perché lui sa ascoltarli, prenderli sul serio, i suoi discorsi nascono spontanei e a volte si dilatano nella recita di testi di Agostino, Suso, Böhme e Swedenborg. Fede invece di sapere: «Non posso dire ciò che so, ma solo ciò che sono». Nell’ospedale psichiatrico egli ha con il suo superiore e direttore, il Professor Augustin Feinlein, un rapporto di assoluta intesa amicale vivificata dalla più leggera delle ironie. Purtroppo questa oasi felice si dissolve a causa dello scontro irreparabile e inevitabile che il Professore sostiene con il campione della scolastica medica contemporanea e della sua scienza farmacologica, il Dr. Bruderhofer, che vuol prendergli il posto. La violenza neo-illuminista di Bruderhofer costringe Augustin Feinlein a varcare le Alpi. «Credere significa scalare montagne inesistenti». A Roma finalmente, nella chiesa di S. Agostino, trova il suo Aldilà. Al di là del tempo e dello spazio terreni lo accoglie la grazia misericordiosa della Madonna dei Pellegrini del Caravaggio, in tutta la sua divina bellezza.

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